08 Apr SINTOMO E SOGNI
Abbiamo visto che il sintomo è il portavoce di importanti bisogni affettivi negati in quanto non hanno trovato posto in un contesto familiare già carico di problemi personali non risolti. Questi bisogni dovranno recedere in una zona d’ombra e di inconsapevolezza dalla quale manderanno i loro segnali di vita persistente. Il loro linguaggio non sarà comprensibile allo stesso soggetto che lo subirà perché, avendoli repressi come inaccettabili e portatori di continua negazione dolorosa, non potrà servire contemporaneamente due padroni in lotta e in contraddizione fra loro, sceglierà quello che più garantirà la sopravvivenza. Tra il principio di piacere e il principio di realtà sceglierà quest’ultimo che lo farà sentire più o meno adeguato alle richieste della società da cui dipende. Mentre l’IO cercherà di parlare il linguaggio lucido e controllato della realtà sociale, come e quando parlerà l’ES? Nel quotidiano abbiamo già visto che troverà nel sintomo la sua manifestazione, nell’altra metà del tempo della nostra vita, il sonno, parlerà attraverso il sogno.
Siamo portati a sottovalutare la parte notturna della nostra esistenza, la diamo per scontata e ci sembra meno importate di quella vigile, ci sembra non apportare contributi utili alla vita quotidiana. In realtà il mondo del sonno è una vera e propria vita parallela, mossa da intenti ben precisi e creatrice inesauribile di scene e personaggi attraverso i quali realizzare questi intenti ingegnosamente.
Il sogno ci permette di rielaborare e rimettere in discussione tutto ciò che di non risolto ci portiamo dietro dal tempo più lontano al tempo più recente. Quale migliore testimone parlante per la verità del nostro inconscio?
E tuttavia il sogno come il sintomo parla un linguaggio “strano” di cui il soggetto stesso non si trova a dominare il significato, la ragione è la stessa in entrambi i casi: tramite il sogno la coscienza addormentata, non più vigile e impegnata a soddisfare la realtà, permette di parlare a quella parte repressa che la riguarda, ma chiedendole il compromesso di “svelare occultando”. Nel sogno i significati del linguaggio simbolico sono presentati in forma non esplicita ma seguono un loro codice particolare che va interpretato. Il soggetto, non potendo essere contemporaneamente avvocato di due padroni avversari, non può permettersi di nascondersi e insieme svelarsi, ed ecco che non può da solo capire ciò che l’inconscio gli sta portando all’attenzione col sogno.
In un percorso di analisi il sogno offre un meraviglioso contributo per svelare e sostenere la verità da reintegrare nella coscienza. Lo psicoterapeuta, che diventa alleato della persona che segue nel suo cammino di crescita, avrà gli strumenti per capire il linguaggio di chi crea il sogno e per sostenerlo nel reintegrare la verità di cui ha bisogno al fine di risanare la sua vita sofferente. Il sogno, inoltre, sarà sempre un ottimo interlocutore con i suggerimenti e le interpretazioni del terapeuta. Se la direzione del lavoro sarà corretta, i sogni elaboreranno progressivamente scene di conferma la cui interpretazione “risuonerà” al paziente che si riconoscerà in essa e si sentirà progressivamente riconosciuto nella sua verità emergente.
La reintegrazione dei veri bisogni, vissuti finalmente come legittimi, permetterà l’integrazione della personalità che acquisterà nuove forze e nuova stima e considerazione di se stessa.